Looking For A Conversation
Looking For A Conversation
In questo preciso momento in cui scrivo, la vedo esattamente come lo “schizzo” qui sopra:
– tra il 2004 e il 2006: il Blogging (aka il mio cervello dove si consumano prolifiche sinapsi).
– tra il 2006 e il 2008: il Social Networking (aka il mio cuore che pulsa, in ogni battito nasce un UGC).
– tra il 2008 e il 2010 (proiezione): il Life Streaming (aka il mio fegato che filtra tutto quello che ho fagocitato dalla rete).
Questi 3 approcci della comunicazione nella “parte abitata della rete” non sono in contrapposizione tra loro, anzi se usati in modo opportuno si rafforzano beneficiando l’uno dell’altro. Riguardo a questo discorso, penso che Maurizio abbia centrato perfettamente il punto: “ecco che la comunicazione digitale diventa ancora più liquida e la rete non può più essere descritta come un grande oceano, ma come un insieme di mari, fiumi, torrenti e laghi, in comunicazione fra di loro, ma in modi diversi. Ci sono molti blog che non vengono più aggiornati, ma questo è normale, ed è il risultato di una nuova fase evolutiva in cui il blog rappresenta solo un elemento della presenza di una persona nell’ecosistema delle relazioni digitali.“
Inoltre, non possiamo negare che si sono blogger che svolgono la funzione di “influencer“. Se gli influenzatori si sono presi la briga di spostare una fetta consistente della Twittosfera verso la FriendFeedsfera, spetta anche a loro spiegare approfonditamente l’approccio e sviscerare per bene il concetto (altrimenti tra pochissimo tempo ci troveremo le stesse criticità che stiamo vivendo in questi giorni con FaceBook, dato che i media main stream l’hanno fatto conoscere alle masse).
Secondo me, tutti questi strumenti condivisionali sono un mezzo e non un fine: nel senso che non voglio entrare in una piattaforma 2.0 perchè va di moda e perchè fa “figo” esserci; anzi, se mi ci porta “per mano” un Opinion Leader mi aspetto che mi introduca in questo mondo e che mi spieghi dettagliatamente le risposte a queste prime domande: che cos’è il life streaming? a che cosa serve il life streaming? come posso trovare un valore aggiunto nel life streaming? e solo successivamente mi inviti ad utilizzare un servizio di life streaming ….
Adesso c’è FriendFeed domani ci sarà un altro servizio, non mi voglio focalizzare solo sullo strumento, il mio approccio non è strettamente tecnologico, ma ampiamente strategico: voglio poter sentirmi parte integrante di questa Communty e voglio capire come accrescere la mia Cultura Digitale utilizzandolo. Ci sono molti modi di utilizzare FF, alcuni li capisco ma non li approvo; non sto dicendo che non mi piace FriendFeed, sto dicendo che ne stiamo facendo un uso distorto. Questo plurale non è “maiestatis”, perchè io sono il primo che lo uso male, c’è da dire che oggi finisce il mio periodo di beta-testing, nonostante sia iscritto da 6 mesi lo sto ottimizzando solo adesso. Sto affinando le policy per gestire FF (tra cui l’uso massiccio della funzione Hide) e sto dando una linea editoriale anche al mio account su questo servizio di Life Stream.
Comunque in questo periodo di forte Hype la mia sensazione è che FF rappresenti una grande arena (many2many) fomentata dalle urla generali (polemiche blogosferiche) dove tutti sono pronti a aggredire l’altro/a. L’uso distorto a cui mi riferivo prima è che stiamo utilizzando FF come una grande chat allargata e ho paura che le nuove features alimentino ulteriormente questo discostamento verso gli utenti meno esperti, che stanno entrando grazie alla scia del Buzz.
Dal punto di vista del blogger che genera quotidianamente contenuti è molto pratico fornire un unico flusso che racchiude tutto il mare magnum degli UGC che generiamo, ma dal punto di vista del lettore non possiamo non considerare l”overload information” che riversiamo su di lui, in particolare dovremmo cercare di non fornirgli informazioni ridondanti o di scarso valore aggiunto. Con questo post, sto cercando di ragionare insieme a te riguardo il rischio del “buffer overflow” che è latente in ogni nostra giornata in rete, non pretendo che il mio sia il modo migliore (anzi ho espresso delle mie lacune) ma quanto mai oggi penso che bisogna fare un po’ di chiarezza nelle varie metriche della condivisione dei contenuti.
Pertanto ti chiedo, arrivati alle soglie del 2009 dove dovrebbe nasce la conversazione dal basso? Attraverso quali canali si dovrebbe diffondere?
Ciao
4 EveR YounG
Pingback: More Feed, Less Friend | 4 EveR YounG BloG
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Se vogliamo che i Dinosauri del nostro tempo non continuino ad occupare ogni nicchia ecologica, trascinando anche noi all’inevitabile estinsione, dovremo evitare, se possibile, ogni gergalità, parlando in un italiano chiaro e comprensibile onde avvicinare l’homo (hominis)all’utilizzo di questa meravigliosa occasione che internet propone, evitiamo quindi ogni moda che alimenti a dismisura i dinosauri tra di noi, occupandoci invece dei bisogni, veri, dei nostri simili.
Se interessa potremo parlare in seguito di questi Dinosauri (Istituzioni, Multinazionali, ecc. che mai come ora, stanno dimostrando l’incapacità a risolvere i nostri problemi)
Ciao Cache,
grazie per il commento, hai una visione un po’ “cinica” di Internet, comunque questo post ha un taglio “Markettaro”. 😉
L’evoluzione che stiamo vivendo in questo periodo è di notevole importanza: hai posto ottime domande, alcune risposte le trovi nell’archivio di questo blog, altre andrebbero inserite in un contesto più ampio (magari ne parlo in un prossimo articolo).
Ciao
4 EveR YounG
curioso questo articolo, mi ha dato una panoramica di quanto mi sono perso in questi anni; giusto per dire, molte delle cose citate manco so cosa significano. Il mio percorso è stato leggermente differente: partito dalle BBS, quindi la prima home page su geocities, l’aggiunta delle guest book, in contemporanea le newsletter, i gruppi, per poi sbocciare e appassire nei forum. Il blog non l’ho mai affrontato, non penso di essere in grado di avere qualcosa di interessante da dire quasi quotidianamente. Il punto su cui mi sono spesso soffermato è sempre il solito, di quanto si è accorciata la vita di una informazione? Tu ci interoghi su quali mezzi siano più appropriati, io villanamente rispondo con una domanda: mezzi per veicolare cosa? esperienze che non saranno raccolte, se non per qualche attimo da fuggitivi? Cosa lasceremo a chi verrà dopo di noi? Spazzatura, cumuli enormi di informazione spazzatura. Penso sempre più spesso che Internet abbia preso forma e maturità in Wikipedia. Tutto il resto suona ormai come aria fritta… sarà l’età, sarà l’occhio bruciato dal pixel, ma ho sempre più voglia di comprarmi una moleskina.
Ciao Giuseppe,
grazie per il commento e per la citazione di queste mie riflessioni sul tuo post. Anche tu hai toccato un punto fondamentale, i blog non sono morti si sono solo evoluti ed hanno aumentato il loro valore aggiunto con l’aiuto dei Social Network (Verticali).
Concordo, chi fa Social Media Marketing deve avere quello spirito precursore e quella curiosità che stimola ad essere sempre “sul pezzo”. 😉
Riguardo all’alleanza FaceBook/FriendFeed vedremo strada facendo .. per ora Facebook ha cercato (non riuscendoci) di comprare Twitter …..
Ciao
4 EveR YounG
Ciao Lorenzo,
grazie per il commento, nella tua visione un po’ “pessimistica” c’è un buon fondo di verità. 😉
Ti segnalo alcune Room a cui sono iscritto e dove sto trovando notevoli contenuti:
http://friendfeed.com/rooms/community-manager
http://friendfeed.com/rooms/e20
http://friendfeed.com/rooms/social-media-marketing
Ciao
4 EveR YounG
Post molto lucido e preciso, in effetti la tendenza è proprio questa. Life streaming, o “rete di flussi”, come mi piace chiamarla, l’insieme dei nostri contenuti multipiattaforma ha ormai soppiantato il semplice “blogging”. Per me rimane quindi fondamentale sottolineare (in contrasto con molti) la non morte del blog, mezzo semplicemente assorbito tra i diversi flussi e che necessariamente tenderà a modificare le proprie logiche e caratteristiche. Ancor più credo non si possa più parlare di “blogger”, ma di utenti ed espressioni multicanale. La domanda che timidamente poni alla fine è la vera sfida dei vari webanalisti, che tentano di cavalcare e prevedere quanto più possibile le tendenze successive. Uno spunto io lo butto lì: l’alleanza tra facebook e friendfeed secondo me potrebbe avere risvolti interessanti, soprattutto tra i vari nuovi utenti che hanno trovato in “faccialibro” il proprio mondo sociale online relativamente facile da usare e approfondire nelle varie modalità espressive che offre. Fb e FF, quindi
Condivido pienamente i tuoi dubbi sull’utilizzo che (soprattutto) in Italia si fa di FriendFeed: una chattata fine a sé stessa. Esattamente ciò che capitava su Jaiku (che per chi non l’avesse notato, almeno inizialmente era un servizio quasi identico a FF). Dovessero restare così le cose, rimarrà uno spazio virtuale per early adopter, blogger e disoccupati. Anche perché, diciamola tutta, Facebook offre praticamente lo stesso servizio (meno snello al momento) in combinazione con opportunità di gestione del networking e del social graph che FriendFeed se le sogna.
Per quel che mi riguarda, mi sbilancio: così com’è FriendFeed non mi è di alcuna utilità, anzi mi porta via solo del tempo. Il quantitativo di discussioni inutili che ci passa sopra è talmente elevato da essere stucchevole nel medio-lungo periodo. Ecco perché lo uso sempre più di rado, ma non smetto di ritentare di tanto in tanto per cercare di capire se c’è qualcosa che sbaglio. Le uniche discussioni veramente interessanti le rilevo sempre tra quei pochi contatti “anglosassoni” che ho e tra le Rooms (anche queste spontaneamente non italiane). Ecco forse su cosa potrei basare un’eventuale mia linea editoriale.
Ciao Francesca,
grazie del commento e dei complimenti.
Hai citato proprio la funzione di FriendFeed che non sono sicuro sia appropriata di quel servizio di LifeStreaming, la mia domanda è questa… se inserisco il mio blog tra le fonti del mio FriendFeed e quando pubblico un post confluisce anche li, va bene che i mie contatti commentino su FriendFeed piuttosto che sul mio blog? Seguendo lo schema che ho inserito in questo post, attualmente tutto parte dal mio blog e poi si ramifica anche negli altri layer. IMHO, i commenti di FriendFeed non sostituscono quelli che sviluppano naturalmente in queste conversazioni su 4 EveR YounG BloG.
Poi se riprendiamo, il discorso della comunicazione fluida … vorrei capire se FriendFeed da fluida la fa diventare “annacquata”, nel senso che quando eravamo solo sui blog, le conversazioni erano più dense (IMHO anche più ricche di rielaborazioni personali), non vorrei che tutta questa facilità con cui diamo un “like” e un “reshare” porti solo ad accelerare la velocità con cui viaggiano le informazioni. 😉
Ciao
4 EveR YounG
Ciao Marilena,
grazie per il commento, concordo sul fatto che ognuno è libero di utilizzare lo strumento come più gli piace, ma non possiamo non notare che se applicassimo le buone norme della Netiquette, un’altissima percentuale della persone che in questo momento utilizzano intensamente FriendFeed sarebbero da bannare seduta stante. 😉
Ecco un esempio di ridondanza all’ennesima potenza: ci sono persone che sono iscritte a più di un servizio di MicroBlogging (Plurk, Jaiku, Twitter, Identica, ecc.) e che li hanno inseriti su FriendFeed. Questi scrivono un twitt, lo stesso contenuto viene ri-pubblicato anche sugli altri servizi citati, andando a finire a loro volta sul loro flusso di FF: il delirio!
Anche tu, hai centrato un punto fondamentale, utilizzare ogni strumento per lo scopo per cui è nato. Oggi abbiamo molti strumenti per creare UGC, se li utilizziamo in modo opportuno riusciamo a creare dei flussi diversi a seconda dello strumento utilizzato (social network verticale) e se ci piace aggregare tutti questi flussi in un unico posto possiamo farli convergere in un servizio di LifeStream.
Sono d’accordo, riguardo la ricerca e la scoperta di nuove informazioni (forse è anche che questo che ho una passione smisurata per il Social Network Intelligence ) ma tutti questi dati vanno poi gestiti e rielaborati per capirne approfonditamente il senso.
Ciao
4 EveR YounG
Son d’accordo con te sull’uso di Friendfeed come una chat allargata, non penso, però, che questo lo snaturi. La funzione del commento, suppongo, è pensata proprio per permettere di alimentare la discussione in modo più semplice rispetto a, che so, Twitter (tanto per citare uno degli strumenti di cui parli).
Poter vedere gli “amici degli amici” all’inizio mi è sembrato eccessivo, davvero troppe informazioni. Però, tu m’insegni, scegliendo bene i propri contatti probabilmente ti metterà in contatto facilmente con altri contenuti e altre persone con i tuoi stessi interessi. Quando non è così, basta restare nella visualizzazione “You+friends” e ci sono sempre anche Hide o Block.
Le discussioni un pò accese penso le abbiam lette tutti. Probabile che siano fomentate proprio dal botta e risposta, ma non sono una novità. Anche sui blog si sono spesso lette provocazioni incrociate tra post e commenti, quindi non credo che vada collegato troppo al lifestreaming o al suo uso distorto.
Poi possiam discutere di come renderlo migliore e di come farne un uso più proficuo, e allora son d’accordo con te che i “guru” (simpaticamente parlando) dovrebbero non tanto guidare gli altri utenti, ma fornirgli le indicazioni su come leggere le mappe, e poi ciascuno si potrà muovere nelle direzioni preferite sapendo come interpretare i segnali.
Sarà semplicistico ma credo che le conversazioni dal basso, appunto, vengono dal basso, dalle persone, quindi dal “luogo digitale” dove le persone vengono in contatto con certi contenuti. E con sempre più contenuti, più utenti e più contenuti generati da utenti su diverse piattaforme, ben vengano “aggregatori” dove possano essere raccolti. Il luogo della discussione non sarà più il blog, magari, ma resterà il luogo dell’approfondimento.
Ciao Adriano, sempre interessante! 😉
Io penso che ognuno usa lo strumento che meglio si addice a quello che vuole comunicare.
Ci sono blogger “storici” che comunicano “ancora” al 95% dal loro blog.
Ci sono quelli che, come me, comunicano un po’ ovunque, in modo diverso a seconda degli strumenti e proprio la diversità degli stessi, ma sopratutto la loro aggregazione (tramite strumenti tipo friendF) gli consente di esprimere tutto quello che sentono di voler esprimere. Insomma io non potrei più fare a meno dei vari tool twitter, blog, tumblr, fb e compagnia.
Infine ci sono quelli che utilizzano i vari strumenti ripetendo negli stessi la stessa comunicazione, amplificando così il messaggio. Anche questa è una via.
Quarta ed ultima categoria, quella di coloro che rimangono affezionati ad un unico strumento, non per forza blog, spesso solo facebook o twitter o i loro video o myspace.
Insomma io non vedo ancora questo “buffer overflow”, anzi godo nel cercare in rete comunicazioni nei vari punti. Soddisfa la voglia di ricerca e scoperta. E ogni mezzo aiuta semplicemente ad esprimersi meglio. A presto!
Ciao Francesco,
grazie per il commento e per i complimenti, in effetti in questo tipo di post emerge la mia indole da Markettaro. 😛
Ciao
4 EveR YounG
Ciao Alfredo,
grazie per il commento, la domanda con cui rilancio la conversazione l’ho messa alla fine proprio come ciliegina sulla torta, dopo aver rappresentato e argomentato diversi concetti che potrebbero ramificarsi a loro volta, mi piace vedere le cose anche da punti diversi dal mio.
Nel post, il contesto c’è:
– riflessione sul significato del LifeStreaming
– rapporto tra Opinion Leader e Follower
– approcio strategico e tecnologico
– polemiche blogosferiche
– ridondanza delle informazioni
Riguardo a FaceBook la mia osservazione non è sul social network in se, ma è inutile dire che i giornalisti “tradizionali” non stanno dando una visione reale del contesto di Internet …. se poi anche noi ci spostiamo da una piattaforma all’altra senza capirne bene il perchè.
Inoltre, non penso che i media main stream possano far capire agli “utenti analogici” che in questo momento sono entrati in massa su FaceBook, il vero senso di concetti come condivisione, collaborazione, partecipazione che fanno parte del mondo Web 2.0, ma penso che serva aprire un buon dibattito costruttivo riguardo il valore aggiunto dell’utilizzo di questi strumenti collaborativi.
Ciao
4 EveR YounG
Ciao Maurizio,
grazie del commento, riguardo a Twitter quando c’è stato da fare una critica costruttiva non mi sono tirato indietro, ma il punto è che prima di iniziare ad amare Twitter ho approfondito il concetto di MicroBlogging e poi ho scelto uno strumento che potesse soddisfare le mie esigenze.
L’informazione oltre che liquida è diventata sempre più trasversale e si muove attraverso i 3 layer che ho rappresentato nell’immagine, la stiamo vivendo attivamente in quanto stiamo partecipando a queste conversazioni, ma da un punto di vista professionale se vogliamo fare strategia (aka Social Media Marketing) dobbiamo avere una visuale ampia e complessiva di queste dinamiche. 😉
Ciao
4 EveR YounG
Ciao, mi affascina sempre il modo in cui parli della rete e delle sue dinamiche…molto proteso al futuro, all’investigazione, e molto analitico…io creo che nel futuro qualcosa che ci aiuterà molto a fare chiarezza sarà la scala geografica…la geolocalizzazione sarà un parametro in più, un nuovo campo di ricerca…e’ quello che si puo’ chiamare per esempio localfeed…CIAO!!!
Il mondo e’ bello perche’ e’ vario…
IMHO, la domanda con cui rilanci la discussione meriterebbe un contesto in cui essere interpretata, indicando un insieme di persone.
Ad alcuni facebook non piace, altri lo trovano piacevole, altri ci si organizzano persino il lavoro.
Alcuni ci hanno messo mesi ad usare twitter e ancora non si accostando a friendfeed, altri promuovono piu’ che possono l’uso di quest’ultimo.
C’e’ chi segue una “linea editoriale” per decidere cosa inserire nel suo lifestreaming, c’e’ chi strimma solamente mosso dal piacere di farlo, senza altri criteri.
Insomma, c’e’ uno strato culturale, sociale e tecnoabile troppo vasto per anche solo pensare che le “conversazioni dal basso” possano convogliare in un unico canale / modalita’ dominante.
Ad ognuno il suo, o i suoi, secondo il contesto, la necessita’, l’interesse, i contatti e molti altri fattori.
E non scordiamoci poi le chiacchiere fatte al bar, forse ancora la maggior fonte di conversazioni dal basso geolocalizzate che esista! 😉
Non sono mai stato un amante di Twitter, ma ho iniziato ad utilizzarlo per comprenderne le logiche. Vedo che molti stanno sperimentando il lifestreaming e invece di comprendere a cosa può servire, ne creano un uso personale. L’informazione del futuro è liquida e stiamo vivendo un momento di grandi cambiamenti, che non possiamo razionalizzare, ma che possiamo vivere attivamente. Questo è il mio attuale rapporto con il lifestreaming.