Personal Brand & Corporate Brand
Personal Brand & Corporate Brand
Nelle varie riflessioni e considerazioni del rapporto tra Personal Branding e Corporate Branding, Shel Israel mette un’altra milestone riguardo la stretta correlazione del personal branding e della reputazione della persona.
Dando per assodato che l’attenzione principale è su ciò che le persone vogliono e hanno bisogno piuttosto che cercare di convincerli a comprare un prodotto: il marketing parla alle persone non sul prodotto. I social media permettono ai mercati di tornare a parlare con le aziende. I consumatori possono gridare, chiedere o suggerire e spesso ottenere risposte … invece di essere disdegnati possono ricevere rispetto. Le “marche personali” sono molto più umani dei marchi aziendali nel senso che i marchi personali stanno ridisegnando i marchi aziendali.
Se scriviamo sui nostri blog … se pubblichiamo i nostri twitt … se ci impegnamo a collaborare utilizzando questi strumenti, tutto questo ci permetterà di plasmare un nostro web basato sui nostri interessi e sulle nostre esigenze, indirettamente saremo apprezzati per questo … anche quando cercheremo un nuovo lavoro e un potenziale datore di lavoro valuterà la nostra reputazione sul web in base a quello che abbiamo scritto negli anni e al rapporto che abbiamo con i nostri amici nei vari network.
Come se emergesse una sorta di Market Engagement Optimization (MEO) pensando a come fare a preparare i dipendenti in modo che creino il maggior valore: se i dipendenti sono incoraggiati a essere portatori di “fiducia” nel mercato che in cui spendono il nome della loro azienda, saranno in definitiva più efficaci ed efficienti rispetto ai concorrenti che non approcciano al mercato con queste strategie. In realtà, questa ottimizzazione è solo un’altra parte del Social Media Marketing, è un quadro olisticamente migliore, una leva sociale dei media e di altre tecnologie emergenti come punto primario di partecipazione con il mercato. In poche parole, l’arte e la scienza di “servire” il mercato e massimizzare il ritorno sulla partecipazione. Si inizia con una cultura che rispetti i consumatori e che mette a frutto le passioni dei suoi dipendenti a partecipare al mercato.
Da questa premessa si capisce perchè stra-quoto l’opinione di Simone su questo discorso, l’accezione del Corporate Identity fino a come le aziende l’hanno interpretato oggi sta cambiando … quando parlo con un marchio voglio parlare con la gente, non con un logo. I social media hanno dato voce alle persone dentro e fuori l’azienda, stiamo assistendo alla caduta del Muro del Corporate Brand, ad oggi è indispensabile che le aziende diano una voce umana al brand.
Lavorare con Internet signifca lavorare con le persone: l’utente è la piattaforma. Non basta aprire account aziendali sui social network, occorre permettere alle persone che lavorano nel team aziendale di potersi gestire un propria presenza online e dei propri spazi sul web, il valore aggiunto sta nella possibilità di poter parlare assieme e con i consumatori: loro sono i valori aziendali, loro sono il brand! 😉
Arrivati a questo punto una bella domanda sarebbe chi “possiede” la conversazione nei Social Media? I dipendenti creano quotidianamente delle connessioni personali e costruiscono delle relazioni con la propria community. Parlano, condividono, si confrontano con la rete … rafforzando il legame tra l’azienda e gli utenti dei prodotti e servizi forniti dall’azienda.
Tutti questi ragionamenti li vedo in primis nella giornata lavorativa quotidiana … Adriano nasce Markettaro e (quando sarà ora) vuole morire da Markettaro, non c’è niente di più soddisfacende nella mia vita professionale (aka Marketing Is My Life), ho l’opportunità di vivere a pieno quello che faccio e poter trasferire la passione per questo lavoro è edificante.
@Claudio | grazie 1.000, avanti a tutta forza. 😉
Semplicemente GRANDIOSO questo post, Adriano. Bravo. (e bravo alberto)
@Tommy | perfetto non vedo l’ora di leggere il libro … intanto vado subito alla ricerca del lavoro di Messina che hai citato. 😉
@Vitzbank | c’abbiamo il McLuhan de noantri … quella frase è di Tommaso 😛
Il pezzo di Shel è così grandioso che abbiamo chiesto di poterlo tradurre in italiano per personalbranding.it. Lui, come suo solito, ha accettato ringraziando con entusiasmo
Sul tema “l’utente è la piattaforma” Chris Messina sta portando avanti da qualche tempo un lavoro molto interessante e stimolante.
Il pezzo di Shel è così grandioso che abbiamo chiesto di poterlo tradurre in italiano per personalbranding.it. Lui, come suo solito, ha accettato ringraziando con entusiasmo.
Sul tema “l’utente è la piattaforma” Chris Messina sta portando avanti da qualche tempo un lavoro molto interessante e stimolante.
“l’utente è la piattaforma”
Altro che Marshall McLuhan