Internet Scardina tutte le Gerarchie

Internet Scardina tutte le Gerarchie

Ogni attività sul Web deve partire dalla condivisione delle conoscenze, che è ben più importante del modello di business.

di Mattìa Losi

La prima cosa di cui si sente parlare, quando si avvia un’attività su Intemet, è il modello di business. Un errore madornale che si perpetua da anni e che ha causato (e sta causando) troppi disastri. Per ottenere il massimo dalle potenzialità della Rete occorre partire dall’altro capo del filo: dall’azienda. Il modello di business viene dopo, molto dopo.

La decisione di lavorare sfruttando il Web, infatti, non può prescindere da una regola fondamentale: la circolazione delle informazioni, la condivisione delle stesse e lo smantellamento dei numerosi ostacoli gerarchici che rendono impossibile una comunicazione fluida all’interno dell’azienda.

Se non si fanno propri questi punti cardine è meglio lasciar perdere, il fallimento potrebbe essère dietro l’angolo. Perché il principio del “networking” è proprio questo: tutti possono lavorare con tutti, tutti vengono messi nelle condizioni non solo di svolgere il proprio lavoro, ma anche di sapere perché lo devono svolgere in quel preciso modo e quali sono gli obiettivi da centrare.

In genere, al contrario, le aziende si muovono con strutture piramidali nelle quali i diversi livelli di conoscenza sono rigidamente separati: il che non significa soltanto che i dipendenti di livello più basso non sanno cosa fa l’amministratore delegato e in quale direzione voglia portare l’azienda. Ma significa anche, cosa assai più grave, che l’amministratore delegato e il top management in genere non hanno la più pallida idea di come si lavori ai livelli più bassi, che in genere sono anche quelli più operativi.

Per lavorare bene in rete occorre passare dalla cultura dei grafici previsionali a quella delle informazioni condivise, perché le buone idee non nascono in funzione del grado, ma del cervello.

Negli anni ’90, in piena crisi mondiale del mercato dell’Informatica, c’era un’azienda che navigava in acque tranquille macinando profitti in modo costante: era la Hewlett-Packard, dove regnava il cosiddetto “Hp way”. Un modo di concepire l’azienda in buona parte simile a quello richiesto da Internet. Nella sede europea della società, a Ginevra, vedere un normalissimo impiegato che fermava nel corridoio il vicepresidente per sottoporgli un’idea non era un caso: era la regola. Perché le informazioni circolavano e tutti i dipendenti avevano un’idea delle linee strategiche dell’azienda per cui lavoravano. C’erano, ovviamente, anche informazioni “protette”, ma nulla di paragonabile a quanto accade in genere nella gran parte delle imprese: ognuno cerca di custodire gelosamente il proprio patrimonio di conoscenza, perché solo così riesce a sentirsi indispensabile.

Il paradigma dell’impresa tradizionale recita:

«sono importante per le informazioni che detengo in esclusiva».

Quello dell’impresa in rete è:

«sono importante per le informazioni che riesco a trasmettere, facendo crescere chi lavora con me».

Come ha scritto il saggista Jacques Attali: «Per la casta di coloro che sanno e che decidono, Internet è una minaccia. Perché l’accesso alla conoscenza diviene slegato dalla scale gerarchica».

Networking. La condivisìone delle conoscenze è sempre vincente!

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