Non siamo abituati a pensare che meritiamo di stare bene

Non siamo abituati a pensare che meritiamo di stare bene

Ci hanno educato a pensare che la sofferenza sia l’unico processo evolutivo, in realtà se vogliamo stare bene possiamo stare bene. Per arrivare mettere in pratica questo concetto olistico, dobbiamo de-strutturare il presente.

Non abbiamo altro che il tempo; il tempo è l’unica cosa che possediamo. I soldi, la macchina, i vestiti, il computer, la casa non li possediamo davvero: sono solo “cose”. Sono solo oggetti, utili magari, ma di passaggio. Solo il tempo è davvero nostro, perché di cosa è fatta la vita, se non di tempo? Ognuno di noi nasce con una certa quantità di tempo a disposizione, non sappiamo quant’è e prima o poi finisce: il tempo finisce per tutti. Inoltre se ci pensi bene, non compriamo le cose con i soldi, ma con il tempo della nostra vita che è servito per guadagnarli.

Pertanto abbandonare un certo tipo di materialismo ci permetterà di completare la transizione dal possesso all’uso e goderci a pieno questa fase della così detta “sharing economy“. Piuttosto che rincorre la nostra fetta di torta, in un mercato ed in un mondo del lavoro sempre più interdipendente e collaborativo,  dovremmo prestare attenzione a come scegliamo gli ingredienti della “torta” che vorremo sfornare. Mescolandoli bene. Si, perché se li usiamo bene possiamo sfornare una torta che si ingrandisce sempre più, il risultato è sempre maggiore rispetto alla somma di ciò che ciascuna delle singole parti mette sul tavolo. Chi antepone in modo disinteressato il dare agli altri rispetto al prendere, chi mette a disposizione e condivide capacità, conoscenza, idee, senza anteporre la sua visibilità e i suoi obiettivi, vince.

Ritornando al concetto del tempo, chi si sta ri-appropriando della propria vita invece, sta vivendo delle esperienze uniche ed inimitabili. Il segreto non è tanto cercare di bilanciare la propria vita professionale con quella personale come se fossero due emisferi paralleli, ma quanto integrare la vita personale con quella professionale facendo quello che ci piace e ci rende felice, nella nostra unica vita.

Ciao
Adriano

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