il Lavoro di essere Felice

il Lavoro di essere Felice

“The secret to happiness is freedom. And the secret to freedom is courage.”- Thucydides

A cosa devi rinunciare quando decidi di esplorare una vita da nomade digitale ? Forse a niente. Ma alcune scelte potrebbero non essere così facili. Alla fine forse a un bel niente (di essenziale), ma in questo percorso ci si trova più volte di fronte a delle scelte che potrebbero essere non affatto facili.

Rinuncia all’Accumulo di Oggetti Materiali. Se il viaggio è la tua priorità sai già che bisogna imparare a viaggiare leggeri, ma anche se il tuo essere nomade/migrante/location independent comporta un limitato numero di spostamenti l’anno, l’accumulo di oggetti materiali – oggetti di arredamento, impianti stereo, un ricco guardaroba o quant’altro – avrebbe comunque un suo uso molto limitato. La tecnologia ci viene in aiuto: ad esempio interi scaffali di libri possono stare in un ebook reader, mentre per tutta una serie di altre funzioni abbiamo il nostro laptop e vari altri gadget. Abbiamo tutto ciò di cui abbiamo bisogno, meglio investire i nostri soldi per arricchirci non di oggetti ma in una dimensione più esistenziale.

Rinuncia ad Una Casa (o a Un Mutuo). Rinunciare ad una casa potrebbe essere forse più difficile: casa non è solo il luogo che ci protegge ma ha anche un suo carico emozionale. Ma per fortuna può essere anche il nostro paese, città o l’Italia. E’ sempre bello sapere che c’è un posto che chiamiamo “casa” anche quando siamo diversi mesi all’anno e a diversi chilometri lontani da casa. E se siamo fortunati casa è anche un luogo fisico racchiuso tra quattro mura che ci attende al ritorno da ogni nostro viaggio o migrazione. Ma casa può essere anche un progetto di vita e se la nostra aspirazione è quella di costruirne una, ben vengano la casa, il mutuo (ammesso si riesca ad accedervi) e gli impegni a cui ci obbliga. Ma se si desidera spostarsi e la casa, per tutta una serie di motivi, viene percepita come un limite (mi è capitato di parlare con persone che usano la casa come una giustificazione per non fare il viaggio o il trasferimento che invece vorrebbero fare) allora forse è il momento di prendere una decisione, magari anche semplicemente, quella di affittare la propria casa e godere di una rendita passiva.

Rinuncia ad Una Famiglia… anzi, No! La buona notizia è che essere nomade digitale non significa rinunciare ad avere una famiglia: alla propria oppure a costruirne una nuova. Molti adducono il fatto di avere figli per giustificare il non poter esplorare una diversa soluzione di vita… Ma a quanto pare nel mondo ci sono tante famiglie che vivono come nomadi digitali e dai loro blog puoi imparare molto. I bambini sono degli eccellenti viaggiatori. Sono curiosi. Esplorano i nuovi posti con entusiasmo e aiutano sempre a rompere il ghiaccio quando si tratta di conoscere altre persone o gli abitanti del posto. Accolgono i nuovi stimoli senza le sovrastrutture mentali che condizionano la percezione di noi adulti. I ‘grandi’ potrebbero imparare un bel po’ di cose da loro. Anche nel caso si abbiano figli in età scolare si può sempre decidere di spostarsi in quei 3 mesi all’anno in cui i propri figli non devono andare a scuola. E’ pur sempre un bella vita da location independent! Oppure per i più intraprendenti si pensare di fare intraprendere ai propri figli un percorso formativo tramite l’Homescooling Ci saranno delle limitazioni ovviamente, ma uno dei vantaggi del non aver legami per quanto riguarda la propria postazione di lavoro sarà anche quello di poter scegliere il miglior ambiente per educare e far vivere i propri figli: un posto, sicuro, ottimo clima, ottime scuole!

Rinuncia ad Un Progetto “Stanziale” Una bella spiaggia nell’isola di Koh Phanghan, Thailandia: sono molti gli expats che hanno investito in un resort o in un’altra attività nell’isola. Magari la tua aspirazione è aprire un agriturismo, un resort in un’isoletta tropicale oppure il famoso baretto sulla spiaggia; o comunque una qualche azienda (o progetto) che rimanga necessariamente legata a un territorio.

Rinuncia ad Un Lavoro/Carriera. Meglio una vita lavorativa nomade che una vita stanziale con quelle 40 ore alla settimana nello stesso ufficio; meglio lavorare facendo qualcosa che ci appassiona piuttosto che prestare la propria forza lavoro (senza alcun entusiasmo) in cambio di uno stipendio. A parità di trattamento economico però! Le “sfide” con cui la vita ci mette alla prova potrebbero non essere così semplici: mettiamo tu ti sia costruito con il tempo e l’impegno una bella competenza richiesta dal mercato, una competenza “digitale”, che possa trasformarsi in lavoro grazie a un computer e a una connessione internet; una scelta che ti potrebbe capitare potrebbe essere venire assunto da una rinomata azienda con un ottimo trattamento economico oppure libera professione con alti e bassi nelle proprie entrate. Cosa farai a quel punto? Fra 5 o 10 anni ti vedi meglio… in una posizione da manager con un ottimo stipendio e diverse decine di persone sotto la tua responsabilità… o a parlare di progetti web e business online con i nomadi di Chiang Mai (o in qualche altra ambientazione esotica che stimoli la tua fantasia)? E’ una scelta. E magari poi potresti anche razionalizzare la tua scelta pensando alla pensione che una situazione lavorativa stabile dovrebbe prometterti. Oppure potresti trovare una gratificazione migliore del “fare carriera” nel diventare un punto di riferimento per la tua community e sapere che ogni giorno migliaia di persone accedono ai tuoi progetti web e vi trovano qualcosa di utile che può migliorare la loro vita.

Rinuncia alla Pensione. E’ ovvio che non rinunciamo alla pensione ed è ovvio che possiamo pagarci anche una pensione integrativa se ce lo possiamo permettere. In Italia non credo sia previsto lavorare senza pagare l’INPS, in altri Paesi è invece possibile scegliere se dedicare parte delle proprie entrate ad un piano pensionistico o meno.

Rinuncia alle Tue Paure. La più difficile delle scelte secondo me è la scelta tra il fare quello che vogliamo e l’evitare le situazioni che non vogliamo, tra stabilità e libertà, tra il seguire le proprie passioni o le vie tracciate delle proprie condizioni ambientali e sociali. Da una parte ci potrebbero essere tutte le nostre aspirazioni, dall’altra – secondo me – le nostre paure. Perché credo che il diventare nomade digitale sia un percorso ma anche, appunto, una questione di scelte. Ma ogni tanto mi chiedo se non siano presenti paure e condizionamenti a limitarci nelle nostre scelte. A volte la pressione sociale è palese e si manifesta nella disapprovazione delle nostre aspirazioni da parte di parenti e amici (fortunamente non è il mio caso). Il più delle volte la pressione sociale è subdola e si manifesta sottilmente nell’esempio dei propri pari, nel vedere come si comportano, nelle scelte che fanno ogni giorno e rafforzano con il proprio agire quotidiano.

Una Questione di Scelte. Alla fine è sempre una questione di scelte: seguire le proprie aspirazioni e vedere dove ci portano o lasciarci condizionare dalle nostre paure e dalla pressione sociale a non esplorare alternative. Non è sempre chiaro quando ci muove l’una o l’altra di queste pulsioni e qualcuno potrebbe addirittura accusarci che il nostro spostarci con una certa frequenza sia più un fuggire che un seguire una propria aspirazione. Ma penso che il tempo a nostra disposizione sia un po’ troppo limitato per permetterci di non fare ciò che vogliamo fare veramente!

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