Sim Lock: Quando si gioca a Guardia e Ladri

Sim Lock: Quando si gioca a Guardia e Ladri

Bloccare i cellulari serve? Sbloccarli danneggia solo l’operatore o anche i consumatori?

by Massimo Cavazzini

– Il lock

Un cellulare a 10 euro? Non è un sogno ma una delle tante offerte che gli operatori mobili di mezza Europa propongono ai propri clienti da anni. Chiunque sia stato nel Regno Unito, in Olanda o – per restare vicini- in Francia ha sicuramente notato offerte incredibili per chi è abituato a pagare in Italia qualche centinaio di euro per un cellulare nuovo.

Perchè un cellulare venduto a 500 euro si può trovare a 100 euro? La spiegazione è semplice: l’operatore supporta parte del costo di quel cellulare, in cambio chiede al cliente di legarsi per un periodo di tempo più o meno lungo (solitamente 12 mesi) e di utilizzare il telefonino solo con le proprie sim (operator lock) o addirittura solo con una sola sim (sim lock). In altre parole, l’operatore fa sottoscrivere al cliente un contratto annuale – a volte con un canone mensile che comprende un certo numero chiamate e SMS – e in cambio gli offre il cellulare con un forte sconto.
Per impedire che il cellulare sia usato con altri gestori, l’operatore utilizza un blocco (il “lock” appunto) che può essere attuato agendo sul software del cellulare o direttamente in rete. Nel primo caso, il cellulare verifica ad ogni accensione che la sim inserita sia quella “autorizzata”: nel caso non lo sia, l’utente deve digitare il codice di sblocco (unlock code) che permetterà l’utilizzo del telefonino con qualsiasi sim. Si utilizza il blocco software quando si ha un cellulare sim locked. La seconda tecnica per il blocco si basa sul controllo contemporaneo di seriale della sim e IMEI del cellulare: ad ogni accensione, il telefonino trasmette alla rete i due numeri e il gestore controlla che l’accoppiata sim-cellulare sia tra quelle autorizzate. Questa tecnica è utilizzata per l’operator lock, cioè quando non si conosce a priori il seriale della sim autorizzata.

Se da un lato c’è chi blocca i cellulari, dall’altra parte della barricata c’è chi cerca in tutti i modi di aggirare il blocco: l’unlocking è ormai pratica nota all’estero e si sta rapidamente diffondendo anche in Italia. Guardie e ladri, ma chi ci guadagna?

– Tre in Italia

Con l’arrivo sul mercato di 3, la prima società ad aver lanciato l’UMTS in Italia, i cellulari “scontati ma bloccati” sono infatti diventati comuni anche in Italia. Il boom di clienti dell’operatore è dovuto, oltre che a tariffe interessanti, all’offerta che permette di avere cellulari UMTS a 99 o 199 euro, contro i 600 euro dei telefonini 3G offerti dalla concorrenza. Per 99 euro si ottiene un cellulare sim locked, ovvero da utilizzare solo con la sim contenuta nella confezione di vendita. A 199 euro, si compra un videofonino operator locked, che si può utilizzare con qualsiasi sim 3. Chi vuole avere la possibilità di scegliere che sim inserire nel telefono può comprare a prezzo pieno il cellulare, spendendo più del doppio. Addirittura, esiste un’offerta che offre il cellulare a soli 19 euro, in cambio è necessario spendere per almeno un anno 30 euro di traffico ogni mese e abbandonare il vecchio operatore.

Si spiega cosè  la diffusione di annunci ed offerte che promettono di “sbloccare i cellulari 3″ per una cifra che varia dai 10 ai 20 euro. Il meccanismo è collaudato, perchè è lo stesso che viene fraudolentemente applicato sui software per personal computer: Si aggira il blocco trovando il codice di sblocco, omologo della password richiesta per installare un software sul computer di casa. La procedura varia da cellulare a cellulare: Motorola e LG sono sbloccabili più facilmente rispetto ai NEC.

All’inizio la strada tentata da chi cercava di sbloccare il cellulare 3 appena comprato era quella della forza brutta: migliaia di codici al secondo con programmini – spesso a pagamento – che promettevano miracoli ma davano risultati nulli. Il codice di sblocco da inserire nel cellulare si basa sull’IMEI stesso del cellulare ma senza sapere l’algoritmo l’impresa è ardua. Nelle ultime settimane, gli “sbloccatori” di professione sono spuntati come funghi: usano un cavo che collega il telefono al computer (lo schema per costruirlo si trova sul Web) e con appositi programmi trovano l’unlock code. E’ legale? Contrattualmente no, 3 lo specifica chiaramente nelle condizioni che regolano il comodato d’uso: sbloccare un cellulare invalida il contratto, la garanzia ed espone il cliente 3 a diversi problemi di natura contrattuale. Qualche grana potrebbero averla anche gli “unlocker” di professione, con il gestore che minaccia di passare alle vie legali. Nel contratto di comodato il cellulare rimane infatti di proprietà di 3 e non dell’utente finale, chi ne altera le funzioni a danno del gestore potrebbe essere chiamato in tribunale per risponderne.

– Sforzo collettivo

Lasciando momentaneamente da parte la questione legale, è evidente che l’unlock sia una tecnica che danneggia un po’ tutti gli utenti di telefonia mobile. Non l’abbiamo inventato in Italia, ma certamente nel nostro Paese è un fenomeno nuovo: 3 è stata la prima (e per ora l’unica) ad offrire cellulari locked scontati. Se sbloccare il cellulare diventasse pratica comune, è assai probabile che nessuno degli altri operatori offrirebbe cellulari a prezzi stracciati e 3 potrebbe – una volta conquistata una base clienti sufficiente – smettere di fare sconti. Si tornerebbe a pagare il cellulare a prezzo pieno.

Il perchè è evidente: l’operatore si sobbarca una parte del costo del cellulare solo se il cliente promette di legarsi per un certo periodo. I soldi anticipati con la “sovvenzione” del cellulare, l’operatore spera di riprenderseli nei 12 mesi di contratto quando il cliente utilizzerà solo la sim e la rete dell’operatore stesso. Se questa speranza diventa vana (cioè se l’unlock diventa pratica comune), nessun operatore offrirà terminali scontati.

A perderci saranno soprattutto i consumatori italiani che, secondo alcune stime, possono risparmiare grazie al sim lock circa 11 milioni di euro annui sull’acquisto di un cellulare UMTS nuovo di zecca. I prezzi dei cellulari di Tim e Vodafone sono sotto gli occhi di tutti – tra i 500 e i 600 euro – e sembra banale affermare che non si può avere l’uovo (il cellulare a poco prezzo) e la gallina (la possibilità di usarlo con tutti gli operatori), o meglio tecnicamente si può ma nel medio-lungo periodo è un atteggiamento che danneggia tutti, anche chi sblocca oggi un cellulare 3 pensando di guadagnarci. Chi conosce le teorie del famoso economista e matematico Nash saprà certamente che il vantaggio individuale non corrisponde quasi mai al vantaggio della collettività .

E’ certamente impopolare sostenere su queste pagine che i cellulari 3 non vanno sbloccati, ma per chi ha sempre difeso la categoria dei consumatori difficile assistere in silenzio ad una pratica che danneggia tutti. Oggi è possibile avere sei cellulari UMTS bloccati al prezzo di un cellulare UMTS sbloccato. Perchè le offerte di cellulari locked si diffondano tra tutti i gestori è necessario che il lock non sia rimosso e diventi un vantaggio per cliente e gestore, non solo per il cliente.

Con la diffusione delle offerte di cellulari bloccati, potremmo cambiare il cellulare una volta ogni due mesi anzichè ogni anno, spendendo la stessa cifra. Se preferite, si potranno avere quattro cellulari UMTS bloccati (uno per ogni gestore, magari modelli diversi) spendendo poco più della metà rispetto al costo di acquisto di un solo cellulare UMTS sbloccato. Per una volta, sono i consumatori a poter influenzare davvero le scelte dei gestori senza doverle subire: serve uno sforzo collettivo, accantonando la ricerca del guadagno personale.

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